NESSUN DRAMMA MA NESSUN DORMA

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LECCE (di M.Cassone) – Una sconfitta che brucia e fa male. La Virtus Francavilla gioca la sua onesta partita. Il Lecce ricade negli errori di sempre e per l’ennesima volta perde la testa della classifica e si ritrova a giocare la prossima gara, contro il Catania al Via del Mare, come fosse una finale vera, perché la domenica dopo ci sarà lo scontro diretto col Foggia.

La squadra di Calabro segna due volte sfruttando le solite amnesie sui tiri dalla lunga distanza e sui calci piazzati che la squadra di Padalino non riesce ad evitare.

È inutile però a questo punto della stagione fare drammi. Vero è però che le sconfitte rimediate sono già 4 ed un’altra potrebbe diventare l’addio al sogno della promozione diretta.

Premesso che in un campionato che vuole scimmiottare il professionismo con diritti tv, nomi sulle maglie e tutte le cornici che vogliamo, un campo come quello di Francavilla non dovrebbe essere omologato, perché a guardarlo bene sembra un campo di calcetto, ma questa non è colpa della squadra di casa ma del regolamento; quindi è inutile ora, più che mai, accampare scuse, quali il campo più corto (anche se ai signori della Lega va ricordato), il vento oppure la sfortuna avuta nell’episodio della traversa colpita da Lepore.  Il Lecce ha perso perché ha fatto degli errori. La Virtus ne ha approfittato, ha provocato, ha creato nervosismo ed ha vinto.

Torromino
Torromino in un’azione di gioco. Foto Pinto

Bisogna invece capire il motivo dell’espulsione di Torromino: forse non ha nemmeno toccato Prezioso che è caduto a terra come se fosse stato investito da un tir. È vero che Torromino è denominato Hulk ma non era nella fase “verde” della sua esistenza. Dispiace che l’arbitro abbia preso fischi per fiaschi nei confronti di un calciatore da sempre corretto che non aveva mai subito un cartellino rosso in carriera. Inutile ripetere sempre le stesse cose: anche gli arbitri sono da serie C.

Onore alla squadra allenata da Calabro ed allestita da Trinchera ma se multassero Prezioso per l’atteggiamento antisportivo darebbero un segnale di professionalità ancora più grande. La sportività non dovrebbe mai mancare.

Infine è inutile giocare con i “se” e con i “forse” analizzando le scelte tecniche dell’allenatore giallorosso che ha un suo credo, una sua idea e non la cambierà di certo a 10 gare dalla fine. Le domande potrebbero essere tante, tipo: “È giusto continuare a marcare in quel modo sui calci piazzati?”, “Perché la squadra subisce gol dalla lunga distanza e non riesce mai a coprire bene gli spazi?”, o magari ipotizzare che con un altro modulo, tipo un 4-4-2 più semplice, in questo tipo di gare la resa potrebbe essere diversa. E come queste ne potrebbero nascere tante, e tanti spunti ancora, ma la domanda principale è una: “A cosa serve a questo punto della stagione cercare i colpevoli?”.

Bisogna trovare le soluzioni giuste e giocare le ultime 10 gare col coltello tra i denti. E bisognerà farlo con la dignità giusta. Il campionato potrebbe decidersi nello scontro diretto a Foggia. Allo “Zaccheria” che sarà un rovente catino con una porta aperta sull’inferno sarà vietato fare il minimo errore.

Prima di arrivare a Foggia però, bisogna tornare a casa, lavorare sodo, raccogliere i cocci, rimetterli insieme e vincere contro il Catania.

Foto Pinto
L’esultanza dopo il momentaneo pareggio di Lepore. Foto Pinto

Compattarsi intorno alla squadra è basilare… non esistono critiche costruttive a questo punto della stagione.

C’è ancora tempo per la promozione diretta. Nessun dramma ma nessun dorma.

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