Lecce: ottima salita, ora occhio alle vertigini

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Lecce esultanza
L’esultanza

LECCE (di M.Cassone) – Lavoro, sudore, sacrificio, “sportellate”, grinta, umiltà e consapevolezza, questi sono gli ingredienti che hanno permesso a Braglia di “impastare” i sedici risultati utili di fila; per essere più corretti dobbiamo dire che ha una media punti molto alta: 2,15 che scaturisce da 20 partite con 43 punti, frutto di 12 vittorie, 7 pareggi e solo una sconfitta. Questo è il Lecce di Braglia, questo è il Lecce 2015-16.

Ieri la squadra ha vinto una gara insidiosa sia a livello psicologico che tecno-tattico. Ha vinto grazie ad un gol dell’ottimo Alcibiade (acquisto rivelatosi felicissimo), dopo che il portiere del Monopoli aveva giganteggiato per tutto il primo tempo, negando a Curiale la gioia del gol.

Piero Braglia cuce, scuce, crea, disfa, a volte è incomprensibile altre volte no, ma i risultati parlano per lui… e di fronte a chi lo ha criticato smodatamente nelle passate settimane c’è soltanto da ribadire il concetto che il calcio non è una scienza esatta.

I giallorossi, dopo aver inseguito per 20 turni, si godono la vetta di un girone che sembra non voglia avere un padrone, se la gustano per una notte, poi chissà cosa succederà nell’attesissimo derby campano tra Benevento e Casertana. Comunque vada, si dovrà lottare fino all’ultimo secondo, dell’ultimo minuto, della gara finale.

Vero è però che questa squadra si candida prepotentemente alla promozione diretta.

Restano 8 gare da giocare, 5 in casa, al Via del Mare di fronte ad un pubblico da sempre trascinatore, da sempre dodicesimo uomo in campo.

Il calendario dei salentini non è proibitivo: Catanzaro in casa, Cosenza fuori, Matera e Akragas in casa, Messina fuori, Paganese in casa, Benevento fuori e Lupa Castelli in casa.

A questo punto il Lecce è l’unico artefice del proprio destino.

C’è solo un rischio: le vertigini… bisogna stare attenti, lavorare con umiltà senza dimenticare mai la storia degli ultimi tre campionati; senza scordare che per cadere serve un attimo di superficialità.

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