La vittoria del gruppo di Braglia

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LECCE (di M.Cassone) – Alla vigilia speravamo in una bella festa di sport, con conseguente vittoria del Lecce… I 13327 spettatori del Via del Mare potranno raccontare, un giorno, che il 20 Febbraio del 2016 il Lecce strapazzò il Foggia segnando 3 gol e subendone soltanto 1.

Potranno raccontare di aver goduto dello spettacolo di una Curva Nord fantastica, di fronte alla quale la squadra salentina ha imposto la propria legge, quella della tana dei lupi, che non lascia scampo agli avversari.

Tutti temevano il Foggia. In settimana si era parlato della forza (il Lecce) contro la bellezza (il Foggia), ma nella vita la bellezza non è tutto, serve forza, sacrificio, umiltà e intelligenza, e poi serve un gran cuore, e tutte queste qualità sono “segno distintivo” dei giallorossi.

La squadra di De Zerbi, così come dicono tutti è una delle poche formazioni dei tre gironi di Lega Pro a giocare un buon calcio, eppure, al Via del Mare, ha dovuto chinare il capo tre volte per raccogliere i palloni dal fondo del sacco.

Questa è la vittoria di Piero Braglia, l’uomo dalle scelte strane, a volte incomprensibili ma sempre azzeccate. Ieri, ad esempio, in quanti non hanno storto il naso di fronte all’ennesima panchina di Beduschi e Camisa? In quanti avrebbero buttato nella mischia Alcibiade? E volendo continuare e poi ci fermiamo: in quanti non hanno mugugnato nel vedere Moscardelli da solo in campo e Caturano in panchina?

Eppure ha azzeccato tutto: Liviero ha annullato Angelo, Legittimo ha giganteggiato, Alcibiade si è dimostrato all’altezza della situazione, Moscardelli è uomo squadra, in mezzo al campo ci sono dei mastini che mordono le caviglie agli avversari… e poi, chi entra fa gol: è toccato a Curiale che ha disegnato una poesia che è andata ad accarezzare la rete difesa da Narciso, e poi a Sowe, più veloce della luce ha spento le ultime speranze della squadra rossonera. Che dire… chapeau a Piero Braglia. Così come lo abbiamo criticato dopo il pareggio di Rieti, che abbiamo ancora appeso all’anima, oggi battiamo le mani all’uomo che, dal suo arrivo, in 17 partite, ha collezionato 36 punti, frutto di 10 vittorie, 6 pareggi e soltanto una sconfitta; ha una media punti di 2,11, è la media più alta delle ultime 17 giornate. E poi, ieri, ha inanellato il tredicesimo risultato utile di fila.

Mettiamo da parte i numeri… parliamo di cuore: quello che ha dimostrato di avere il Salento riempiendo il Via del Mare di calore e colore. Un colpo d’occhio fantastico. Dopo tre anni d’inferno è lecito sperare nel purgatorio (B) e sognare il paradiso (serie A), dopo aver assistito a delle vittorie così belle, come quella contro il Foggia, sognare è lecito, ma bisogna farlo sempre con i piedi per terra.

Per qualche ora i giallorossi possono godersi la testa della classifica col Benevento, poi si vedrà; una cosa è certa, giornata dopo giornata, la squadra salentina sta raggiungendo il top della forma fisica e gli avversari iniziano ad avere timore. Le ultime prestazioni fanno sperare bene per il futuro. Nelle prossime quattro gare i giallorossi affronteranno Ischia fuori casa, Melfi in casa, Monopoli fuori e Catanzaro in casa: serve un filotto di vittorie importante. Per farlo ci vuole umiltà, lavoro, sacrificio e unità di intenti da parte di tutti, tifosi, squadra, stampa e società.

È ovvio che ora bisogna osare in trasferta. È giunta l’ora di accarezzarla ogni domenica quella vetta che pochi mesi fa appariva lontanissima.

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