Occhi increduli: cuore, errori e sfortuna. Il Lecce verso la B

0

LECCE – Gli occhi delusi, quasi lucidi, di Fabio Liverani nel post match, le mani sul volto a coprire la delusione di Biagio Meccariello al fischio finale, il volto pensieroso di Gianluca Lapadula seduto per lunghi minuti, con lo sguardo perso nel vuoto, sul manto erboso del “Renato Dall’Ara” e le facce tese, e tristi, di un intero staff tecnico: Bologna-Lecce termina così ed è la partita che, forse, ha sancito il definitivo addio del Lecce alla serie A, conquistata lo scorso campionato. La squadra giallorossa è tenuta a galla solo dalla matematica e da poche, e timide, speranze.

Tanto cuore, corsa, bel calcio, squadra propositiva, errori, contropiedi fatali, disattenzioni, inesperienza e poca fortuna: la squadra di Fabio Liverani ci ha messo tutto questo nel match che valeva una stagione intera di un’annata  maledetta che si sta concludendo con tanta amarezza e con una decisione molto dubbia di Calvarese di Termoli nel non fischiare, prima del 3-2 dei padroni di casa, un rigore sacrosanto su Mancosu, senza chiedere nemmeno il supporto del Var.

Un errore arbitrale, uno dei tanti subiti in un’intera stagione, che non deve nascondere il fatto che anche il Lecce ci ha messo del suo, a partire dagli ottanta gol subiti in 36 gare, la peggiore difesa (anche il Brescia già retrocesso ne ha presi quattro in meno). Una panchina corta per un campionato di massima serie e una serie di infiniti ed inspiegabili infortuni, che hanno contraddistinto un’intera stagione, insieme ad un calciomercato estivo sbagliato, stanno spedendo i salentini nella maledetta serie B.

Mancano due sole gare alla fine: il Genoa è a +4, con gli scontri diretti a favore, capitan Mancosu è soci per salvarsi devono sperare in un suicidio sportivo dei liguri, a cui anche se il Lecce dovesse vincere le ultime due (con Udinese e Parma), basterebbero due soli punti per essere salvi. Detto ciò, i rossoblù se mercoledì dovessero battere la squadra di De Zerbi potrebbero festeggiare già la permanenza in serie A con 39 punti o potrebbero farlo anche con una sconfitta del Lecce a Udine o con un pareggio se i giallorossi non dovessero vincere. Fabio Liverani, però, dice di crederci ancora ed è giusto così. Deve essere così.

Cala il sipario su una stagione iniziata male e finita peggio, un’annata strana, in cui ci si è messa di mezzo anche la pandemia e chissà dal prossimo campionato quanti volti, che hanno fatto la storia e la fortuna dei giallorossi negli ultimi anni, non si rivedranno più. Mancheranno: alcuni tanto, altri molto meno, ma il calcio insegna che bisogna andare avanti. Con sempre più forza e determinazione. Proprio come succede nella vita.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail