Uno scoglio non può arginare il mare

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LECCE (di M.Cassone) – In una giornata piovosa, al Via del Mare, piovve sul bagnato e il Lecce scivolò sull’ansia provocata da un momento particolare. Un giorno, forse, scriveremo così iniziando a raccontare la gara vinta dalla Juve Stabia a Lecce.

Le vespe pungono in maniera velenosa e letale il Lecce che, dopo ventidue turni senza conoscere sconfitta, scivola e non riesce a reagire.

Parliamo di calcio però, parliamo della gara, di come è maturata la sconfitta scevri da condizionamenti psicologici legati al risultato finale. Cerchiamo di mantenere equilibrio di giudizio, sempre, senza accartocciarci sull’esito finale dell’incontro e facciamolo per capire che si tratta di un episodio, per scendere con i piedi per terra e per comprendere che soltanto nei videogiochi si possono vincere tutte le partite.

Liverani
Liverani

Lo spartito dell’incontro si legge sulle note della manovra giallorossa che chiude gli avversari, già dai primi minuti, nella propria metà campo. Le vespe si blindano a riccio e mantengono le posizioni senza scomporsi. Il Lecce cerca attraverso la manovra di aprire varchi ma non ci riesce adeguatamente, sulle fasce non si sfonda a dovere e in profondità, prima di cercare l’assist, si fa sempre un passaggio di troppo, e di questo ne beneficiano gli avversari che sono consapevoli che per provare a portare a casa punti non devono osare ma devono solo difendersi.

Nonostante vari tentativi (Di Piazza, Saraniti, Lepore, Mancosu, Costa Ferreira, Armellino) i salentini non trovano il gol.  Al minuto 70 arriva l’episodio che decide la gara: Paponi riceve un lancio lungo, Cosenza calcola male i tempi dell’intervento, l’attaccante sguscia via, controlla la sfera e la cede all’accorrente Mastalli che batte inesorabilmente Perucchini. In campo saltano tutti gli schemi, il Lecce accenna ad una reazione rabbiosa ma inizia a mancare la lucidità. Poi il valzer delle sostituzioni e il caos… i minuti scivolano via e Liverani è costretto ad assaporare l’amaro gusto della sua prima sconfitta.

La gara di ieri è una delle tante gare che poteva essere risolta solo dall’episodio e così è stato; in altre giornata l’episodio è arrivato a favore del Lecce, ieri è arrivato a favore della Juve Stabia. È impossibile giocare al calcio quando una squadra decide di arroccarsi tutta in difesa e soltanto la velocità di manovra oppure un episodio possono decidere l’incontro. E dopo 22 risultati utili di fila perdere una partita è quasi fisiologico.

Questo è un campionato difficile che il Lecce sta conducendo da capolista, è a + 7 dalla seconda, mancano 10 giornate, e fare drammi per una sconfitta sarebbe da matti.

I giallorossi hanno lottato fino alla fine, non hanno lesinato impegno, e questo è stato compreso anche dallo zoccolo duro del tifo che al termine della gara, nonostante il risultato, ha incitato e applaudito i ragazzi, è stato un gesto importante, molto più importante di tante parole.

La squadra ha ripreso il cammino già questa mattina, nel calcio il tempo passa velocemente, non c’è tempo per piangersi addosso, c’è soltanto il tempo per rivedere l’errore sul gol subito, metabolizzarlo, e per ripartire verso il prossimo impegno.

Di una cosa siamo certi, Liverani saprà come rimettere in moto la macchina e come alzare i giri del motore per giungere alla meta e tagliare da vincitori il traguardo.

Ora ci vuole pazienza… il campionato termina il 6 maggio. Uno scoglio non può arginare il mare. Bisogna essere ottimisti.

 

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