Vincere aiuta a vincere… ma ci vuole equilibrio: di giudizio, di pensiero e di critica

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LECCE (di M.Cassone) – A bocce ferme bisogna riconoscere che la partita di Matera era veramente difficile da giocare per il Lecce che arrivava nella “città dei sassi” con tanti interrogativi da svelare e prove da superare. Le assenze di due difensori centrali (Drudi e Cosenza) su quattro, con un under tutto da scoprire, in una difesa che lavora per crescere e per superare tutti i propri limiti, poteva rappresentate un grande freno, e invece la squadra di Liverani si dimostra compatta, cinica, intelligente, essenziale e vince la partita, superando una prova importantissima grazie al gol di uno dei suoi uomini migliori, Marco Mancosu. Il centrocampista sardo è un ragazzo generoso, caparbio, testardo, che ci prova sempre, da ogni zona del campo, a infilare la sfera nel sacco e contro la squadra di Auteri c’è riuscito e, dopo il gol contro il Rende, sono due in stagione in nove presenze (assente solo contro il Bisceglie per un virus intestinale), in più ha collezionato due assist in questa prima parte della stagione, uno contro la Virtus Francavilla e l’altro contro la Sicula Leonzio. E già quella Sicula Leonzio che ha bloccato il Catania superandolo fuori casa per 1-2 in una partita rocambolesca terminata dopo 9 minuti di recupero ed ha permesso ai giallorossi di allungare in classifica (23 punti) che ora sono a quattro lunghezze dagli etnei (che hanno già riposato) e dal Monopoli rivelazione del girone C.

Mancosu
Mancosu

Il Lecce vince di misura ha detto qualcuno ma il Lecce poteva raddoppiare con Di Piazza rimarchiamo noi, ma puntuale è arrivato anche il legno che nelle partite dei giallorossi non manca mai.

Ovviamente è sempre il risultato finale a determinare i ragionamenti post gara: non osiamo immaginare i commenti se quella palla del “mago” di Cagliari non fosse entrata. Forse avremmo letto o sentito di un Lecce che non riesce a vincere, di un Lecce sterile in attacco, di un Lecce che manca gli appuntamenti importanti. E questo deve far riflettere, questo deve servire a tutti per capire che nonostante il risultato bisogna saper vedere altro. Liverani ha dato a questa squadra il “quid” in più. Contro i lucani, e per questo parliamo di intelligenza tattica, il mister di Roma ha limitato le fonti di gioco tipo Urso e Strambelli che erano puntualmente raddoppiati e su di loro il pressing era asfissiante. Ottima la prova di Perucchini che nelle settimane scorse era stato criticato per alcuni atteggiamenti in campo, ma lui ha risposto alle critiche con i guantoni, come un pugile, picchiando contro quel pallone che non è riuscito a superarlo. E per chiudere la parentesi sulla difesa dobbiamo evidenziare le buone prove di Marino e di Riccardi, il giovane che ha saputo imporsi in una giornata difficile. Il Lecce non subisce gol da due giornate.

Arrigoni
Arrigoni

Spostandoci un po’ più avanti ci accorgiamo che l’orchestra gira. Arrigoni ormai è padrone della situazione e oltre a verticalizzare, controllare e far ripartire l’azione, cerca anche il tiro dalla distanza.

Tutto bello quando si vince, quando si è primi in classifica. Tutto bene quando l’entusiasmo vince sulla paura e sulla noia che riporta alla memoria cinque campionati di C passati a rincorrere un obiettivo mai raggiunto.

Il campionato termina a maggio, arriveranno pareggi e anche qualche altra sconfitta, e sarà in quei momenti che bisognerà capire che si tratta soltanto di incidenti di percorso sulla strada che porta alla fine del campionato.

Vincere aiuta a vincere… ma ci vuole equilibrio: di giudizio, di pensiero e di critica.

Ciò detto possiamo ben dire, oggi più che mai, che il Lecce per la promozione diretta “C’è”.

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