SERIE C: Mala tempora currunt… Nessuno pensa ai tifosi?

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Tifosi del Lecce (foto Pinto)

LECCE (di M.Cassone) – Nessuno pensa ai tifosi? Giorni di caos, botta e risposta, braccio di ferro tra Gravina e Tommasi, muso contro muso della Lega Pro e dell’Associazione italiana calciatori. Il buonsenso dov’è finito? È evaporato di fronte al sole cocente di questa estate caldissima?

Com’è mai possibile che non si riesca a creare un tavolo di lavoro mettendo al centro la passione di tantissimi tifosi che con sacrifici immani si abbonano e viaggiano anche in trasferta per rimpolpare un sistema che si è dimenticato di loro?

Prima di entrare nello specifico delle motivazioni del probabile sciopero dobbiamo per forza dire che il progetto di una Lega Pro, ora serie C, a 60 squadre è fallito miseramente per l’insostenibilità dei costi di un calcio che è sprofondato in una crisi economica e qualitativa inopinabile. Il presidente Gravina di tutto questo non si accorge? Fallimenti, radiazioni, ripescaggi, rubano la scena a meritocrazia, impegno, sacrifici.

È mai possibile che si stenda sempre un velo (che è lapalissianamente penoso) di buonismo su tutti gli obiettivi mancati facendoli passare per momenti di transizione necessari ad una crescita? E quale sarebbe la crescita e la novità di una categoria che considera un calciatore del ’94 già over, facendolo rientrare in una regola che obbliga le società ad averne soltanto 14 in rosa? A 23 anni quindi un calciatore è già vecchio per un sistema che inneggia alla novità continua ma rimane impantanato sulle proprie decisioni. E poi, se si voleva cambiare il numero da 16 a 14 over, perché non si è tenuto conto di società come Lecce, Catania, Trapani, tanto per fare un esempio, ma potremmo aggiungere Alessandria, Cremonese e tantissime altre che investono molti soldi per tentare il salto di categoria, magari posticipando di un anno tale decisione in modo da lasciare il tempo di smaltire i contratti già in essere, senza subire danni economici provocati dagli accomodamenti per la risoluzione di contratti, il più delle volte molto onerosi? Una serie di domande che dovrebbero porsi nella stanza dei bottoni di una Lega che vuole scimmiottare il professionismo ma si ritrova sempre a dover galleggiare in un mare di incertezze.

Poi passiamo all’Associazione italiana calciatori: seppur questo sciopero minacciato, che si avvicina inesorabilmente, possa sembrare giusto, lo sanno i signori calciatori, in primis il presidente Tommasi, che il danno d’immagine più visibile lo subiranno proprio loro? È mai possibile a pochi giorni dal fischio d’inizio stagionale fare tutto questo? Erano mesi che circolavano in tutti gli ambienti le intenzioni di Gravina e del suo entourage di innovatori pensatori, perché non si è ragionato più approfonditamente senza scontrarsi a muso duro, senza mandarsele a dire con comunicati, dichiarazioni, tweet, post e diavolerie varie?

E no, cari signori, così non va. Non va bene perché se ognuno di voi è lì (Lega, Aic e calciatori) lo deve soltanto ai tifosi, a quei tifosi che permettono alla carretta chiamata Serie C di sentirsi parte integrante del professionismo.

È una regola sbagliata quella degli over e sarebbe uno sciopero ancora più sbagliato perché gli unici a pagare sarebbero i tifosi.

La domanda finale è una: se dopo la prima giornata di sciopero Gravina continuerà ad ignorare le richieste si continuerà a scioperare?

Il calcio è del popolo, questo è un concetto che spesso giace nella stanza dei ricordi dimenticati; così non va bene. Cari signori presidenti e calciatori, il giorno in cui decideranno di scioperare i tifosi dovrete veramente iniziare a preoccuparvi, anche se non accadrà mai perché dall’amore e dalla passione è impossibile staccarsi. Forse è proprio questo che ormai manca agli addetti ai lavori di questa giostra, la passione e l’amore, è diventato soltanto un lavoro, per quasi tutti.

Attendiamo le decisioni del Consiglio di domani 24 agosto anche se… “Mala tempora currunt”.

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