C’è sempre una luce in fondo al tunnel

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Vino, Liguori, Sticchi Damiani, Meluso, Padalino, Adamo
Vino, Liguori, Sticchi Damiani, Meluso, Padalino, Adamo

LECCE (di M.Cassone) – Dall’estate 2012, calcisticamente parlando, non c’è nulla di scontato a Lecce. Dalla retrocessione inaspettata decisa nell’aula di un Tribunale, forse troppo in fretta, la squadra salentina è entrata in un tunnel dal quale non riesce più ad uscire, nonostante l’avvicendamento di presidenti, allenatori e pullman interi con allenatori e calciatori arrivati e poi ripartiti.

La voglia della società di Via Col. Costadura di risalire la china affidandosi ad un buon calcio sciorinato attraverso il possesso palla e la filosofia offensiva hanno portato mister Padalino alla corte giallorossa. Una scelta secca e decisa: un contratto biennale e una stretta di mano come opzione per il terzo. È nato il Lecce 2016-17: quasi tutto nuovo, un mercato importante e l’esordio con i migliori auspici, obiettivo promozione da raggiungere quanto prima.

Dopo 13 gare la squadra ha collezionato 26 punti, frutto di 7 vittorie, 5 pareggi, 1 sconfitta, vanta la seconda miglior difesa con 10 gol subiti (al pari di Juve Stabia e Foggia, e dietro solo al Catania che ne ha incassati 8), ed ha il secondo miglior attacco con 23 gol segnati (contro i 26 di Juve Stabia e Matera). La capolista Juve Stabia ha 29 punti, soltanto 3 in più.

Leggendo questi freddi numeri non ci sarebbe nemmeno da parlare e da scrivere. Nelle ultime cinque partite però il Lecce ha avuto una flessione di risultati e una stitichezza realizzativa che ha soffiato via l’aurea barriera di ottimismo che proteggeva calciatori e mister; 6 punti in 5 gare e 9 punti lasciati in giro nel pantano di un girone che ancora non ha padroni. Mettendo da parte l’inizio promettente il Lecce si ritroverebbe a ridosso delle ultime in classifica e questo dato ha iniziato a far aleggiare nell’aria i fantasmi di un passato che non riesce più a sparire del tutto.

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Padalino e Di Corcia

Ciò detto, bisogna prendere “il toro per le corna” e “non fasciarsi la testa prima di rompersela”, anzi, bisogna essere ottimisti, guardando in faccia la realtà: il Lecce è un cantiere aperto. Sono state costruite le fondamenta di una casa che inizia a prendere forma. Lavori in corsi significa che tutto è perfettibile e c’è altro da costruire; ci sono errori da correggere, equivoci tattici da risolvere, decisioni da prendere e un mercato di riparazione da vivere. Non si poteva pretendere la perfezione dopo una campagna acquisti con 20 innesti ed un modulo di gioco da assimilare.

Mister Pasquale Padalino, che a tratti appare testardo, ha le idee chiare, chiarissime, e va dritto per la sua strada: lavora per oliare dei meccanismi che portino alla vittoria solo attraverso il gioco. Ed è ovvio che se una squadra attacca, e propone gioco, si scopre e rischia di subire ripartenze velenose come quella che ha portato al gol di Statella del Cosenza, ma la coperta è quella, se tiri da una parte ti scopri dall’altra; l’equilibrio, però, sta sempre nei numeri e sembra esserci (solo 10 gol al passivo), il resto deve farlo lui, il mister, che deve trovare la via d’uscita da questo labirinto di negatività nel quale la sua squadra è stata confinata.

Domenica c’è la grande sfida al “Menti” di Castellammare di Stabia, basterebbe una vittoria per far splendere il sole e far ritornare l’ottimismo; il calcio è imprevedibile, accade sempre tutto il contrario di tutto e per questo è affascinante.

Quest’anno in casa Lecce sembrano esserci tutte le componenti giuste per non rompere il giocattolo. Il gruppo è veramente forte, i calciatori sono amici anche fuori dal campo, non ci sono gruppi nel gruppo, non ci sono celate invidie e gelosie, c’è unità d’intenti. La società è coesa intorno al nuovo progetto, Padalino ha carta bianca, e Meluso ha il benestare dai piani alti per procedere all’innesto di nuove pedine qualora il mister lo ritenesse opportuno… la sensazione è che, a modo suo, sottotraccia, abbia già mosso i primi passi, d’altronde spesso gioca in anticipo.

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Tutti uniti

Si lavori dunque, per migliorare, per crescere, per dare continuità, per ritornare alla vittoria, e per provare a conquistare la serie cadetta già da quest’anno. Si lavori con la consapevolezza che non sarà semplice, si lavori con la voglia di crescere e di diventare una grande squadra: per ora il Lecce, ed è cosa buona e giusta ribadirlo, è una buona squadra di serie C che vuole diventare grande… domenica c’è un altro esame e forse è il più importante di questa prima parte di campionato.

Bisogna rimanere tutti uniti, stretti, per chiudere ogni falla.

C’è sempre una luce in fondo ad ogni tunnel, per vederla bisogna proseguire sempre dritti, senza voltarsi mai. Senza dimenticare, però, il più importante dei concetti: il calcio è un gioco bellissimo.

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