Il gesto d’amore dell’U.S. Lecce contro bullismo e razzismo, al fianco del piccolo Diarra

0

LECCE (di M.Cassone) – L’U.S. Lecce ha compiuto un grande gesto, contro ogni forma di razzismo e di bullismo, contro l’ignoranza che si trasforma in cattiveria, contro la cattiveria che diventa arma nei confronti di chi non usa la violenza per difendersi, perché l’educazione ricevuta lo porta a sognare un mondo equo senza nessuna barriera culturale nei confronti del prossimo.

Veniamo ai fatti, già noti alla cronaca; un bambino di 11 anni, nato in Italia, a Lecce per l’esattezza, ai tempi in cui il suo papà vestiva la maglia giallorossa, salentino a tutti gli effetti quindi, che vive nella città del barocco anche ora che suo padre gioca nel Chiasso in Svizzera, è stato vittima di minacce, insulti, spintoni e botte da parte di un ragazzino più grande di lui. Lo aveva preso di mira e non l’ha lasciato fino a quando non l’ha spedito in ospedale per delle medicazioni. Parliamo del figlio di Drissa Diarra che ha deciso insieme alla moglie, nonostante il lavoro lo porti a stare lontano, di vivere a Lecce.

Il bambino ha raccontato tutto alla madre, stanco di soffrire, di essere deriso e picchiato. Poi è partita la denuncia ai Carabinieri. Ora c’è una delicata indagine in corso.

il piccolo Diarra - Copia
Il piccolo O. Diarra

Un fatto gravissimo che già a sentirlo provoca una tristezza unica, a viverlo è un vero e proprio incubo. Perché è impensabile metabolizzare che la nostra società non stia riuscendo proprio a scacciare via questo velo di insensibilità verso chi è diverso. Eppure ognuno di noi è unico e irripetibile e quindi diverso. Non esiste altra diversità, dobbiamo insegnarlo ai nostri figli, dobbiamo insegnarlo nelle scuole e in tutti i luoghi nei quali passano la maggior parte del tempo i nostri ragazzi, perché loro vivono di esempi e il germoglio per un mondo migliore dobbiamo essere noi adulti.

L’U.S. Lecce ha voluto fare un gesto che rimanesse impresso nella vita del piccolo O. Diarra. Ha contattato la madre per invitarla alla gara di ieri contro il Melfi con il figlio più piccolo, mentre O. ha fatto il raccattapalle a bordo campo ed ha ammirato i suoi beniamini, perché lui è un tifoso vero del Lecce. Inoltre la società di Piazza Mazzini ha chiesto al piccolo di allenarsi con la formazione giallorossa dei suoi pari età per il resto della stagione… e poi chissà, forse crescerà così un nuovo campione che potrà calcare quello stadio nel quale il padre è stato tanto amato; e se così non sarà, sicuramente il piccolo O. crescerà come campione nella vita.

In questo mondo, infatti, abbiamo più bisogno di campioni nella vita che sappiano regalare sorrisi e non di “bulletti” da quartiere che disegnino solo odio sulla propria strada.

PS: essendo minorenni, abbiamo coperto il volto dei ragazzi, nelle foto, con lo scudetto del Lecce, la loro squadra del cuore, perché il calcio può lasciare tracce d’amore sul lungo cammino della vita.

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail