Entusiasmo Padalino: “Lecce, la mia prima scelta. Chi viene qui non può tornare indietro”

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P Padalino
Pasquale Padalino

LECCE (di Carmen Tommasi) – Sorride, scherza, non risparmia qualche battuta, analizza il presente e il prossimo futuro, è fiero del nuovo incarico e appena deve pronunciare le prime parole da allenatore giallorosso, il tecnico Pasquale Padalino, si emoziona e sorride profondamente con gli occhi: “Mi perdonerete anticipatamente una visibile emozione, non perché questa sia la mia prima conferenza o presentazione. Oggi devo presentarmi –esordisce il 43enne tecnico ex Matera e Foggia- e ringraziare per la fiducia queste persone che conoscete meglio di me e che rappresentano la nostra società. Il diesse è una componente importante come lo siamo tutti, chi ha speso una parola positiva per quello che ho fatto vedere sul campo e non per altre caratteristiche. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno avuto per me messaggi di stima anche non conoscendomi. Ci sono tutti i presupposti per iniziare un percorso che ci vede legati per due anni, sintomo di una programmazione che porta a un obiettivo da raggiungere nel breve-medio-lungo termine. La cosa fondamentale è che ci sia una partecipazione assidua, Lecce non nasce oggi come stampa e pubblico. Non voglio fare lezioni a nessuno, non l’ho mai fatto. Sono solo presupposti chiari per far nascere un rapporto che spero prosegua nel tempo. I risultati non potranno che far crescere il matrimonio. Il messaggio della società è chiaro. I tifosi devono essere fieri di questa società, capace di mantenere un essere salentini che fino a un po’ di tempo prima non c’era. C’è un bel marchio e una programmazione seria dove c’è seguito. Per il sottoscritto il Lecce non è mai stato in concorrenza con il Foggia, volevo chiarire quest’aspetto. Ho letto alcune cose, ma non mi lascerò coinvolgere. Con il d.s. abbiamo giocato insieme, c’è un rapporto di stima. Mi ha chiamato ieri e per me è finita”

PADALINO AMARCORD Il neo tecnico giallorosso ha avuto un passato da calciatore nel Lecce nella stagione 1993-94: “Per me Lecce è stata una tappa fondamentale della mia crescita calcistica, non tanto per il percorso sportivo, non dei migliori, ma perché ho conosciuto una popolazione calda che non mi ha fatto sentire il distacco dalle mie origini. Prometto soltanto impegno e la nostra dedizione al lavoro, altro non posso mantenere. Abnegazione e dedizione a tutto ciò che è richiesto, garantisco questo. La panchina del Lecce come occasione della vita? Assolutamente sì, è l’occasione che forse aspettavo e che in cuor mio nutrivo e alimentavo. Non c’è bisogno che io ripeta la posizione di vertice che il Lecce ha in questa categoria. Per me poi ancora di più, potrò ricambiare l’affetto e la stima che non ho potuto contraccambiare da calciatore. Da questo punto di vista è un motivo di rivalsa per il sottoscritto, nella speranza di dare fiducia attraverso i miei comportamenti. Questa piazza è importantissima, a maggior ragione per un allenatore come me che ancora ha un’esperienza ristretta. Non sono partito dal nulla, ho avuto alle spalle maestri di calcio e sono cresciuto gradualmente vivendo anche la D con il Foggia. Un po’ di gavetta l’ho fatta e so che la città si aspetta quanto meno un percorso importante”.

INCROCI FATALI –  Il nuovo arrivato parla, poi, di quella che è, in linea di massima, la sua idea di calcio : “ Se preferisco vincere e non giocare bene? I risultati arrivano col gioco. La mia idea di calcio cerca di coniugare la bellezza con la sostanza, ma a volte non disdegno qualche modifica anche perché il marchio di un allenatore è fatto dai risultati. Non sempre si riesce a coniugare tutto, ma il mio obiettivo sarà quello di passare attraverso il gioco. Se mi sento responsabile della sconfitta che ha subito il Lecce con il mio Matera nel girone di ritorno? No, sarebbe irrispettoso nei confronti di chi ha fatto 19 risultati consecutivi e disputato i play-off. È stato il destino di tutte le grandi, affrontate sempre con lo stesso atteggiamento dalla squadra. Di fronte ai sentimenti non si guarda in faccia quando si sposa una causa. Nulla può cancellare la mia responsabilità di guida tecnica. I due anni hanno un significato importante, ma ci auspichiamo che tutto accada in maniera veloce, se riusciamo a dare un inizio felice sarebbe tutto oro colato. Non vediamo l’ora di ripartire”.

Moscardelli
Davide Moscardelli

NO COMMENT – A chi gli chiede chi tra i calciatori della rosa attuale del Lecce vorrebbe ancora allenare o far rinnovare il contratto, risponde in maniera diplomatica: “Ho firmato solo ieri pomeriggio, mi sarebbe piaciuto avere la certezza della firma un po’ prima. Il direttore mi ha chiamato domenica scorsa, non c’è stato ancora tempo materiale per prendere in esame i calciatori più o meno funzionali al progetto. Ci abbiamo provato ieri ma non c’è stata la forza per iniziare questo discorso, avviato oggi. Il direttore ha rinviato la sua partenza per cominciare a tracciare una strada per esaminare anzitutto le situazioni contrattuali. Oggi, sia io che il diesse. Meluso, dobbiamo avere la pazienza di non farci travolgere dall’entusiasmo. Bisogna essere bravi e lucidi anche nel valutare cose che non si possono fare. Sono state buttate delle impressioni personali, nulla più. Dobbiamo conoscerci. Chi della rosa dell’anno scorso avrei voluto allenare? Vorrei allenare tutti. Il Lecce era una corazzata per la Lega Pro, dire il contrario sarebbe un’assurdità. Vorrebbe allenare anche quest’anno qualche elemento che stava con lei in terra lucana la scorsa stagione? Ho delle preferenze, non solo relative ai giocatori del Matera, e ho anche delle certezze. Chi viene qua deve sapere che c’è un’altra ottica. Il calcio è sempre lo stesso ma con certe maglie diventa una responsabilità. Moscardelli? Per lui parla la storia. Vedremo la sua condizione contrattuale, che è in scadenza, e saranno esaminate le volontà delle parti. Ciò non significa nulla, sarà preso in considerazione Moscardelli come Lepore, l’unico che ha già rinnovato il contratto. Faremo una panoramica generale. Il ritiro? Il team manager sta valutando le possibilità, è partito questa mattina per visionare. Cominceremo attorno al 7, massimo il 10 di luglio”

Meluso
Mauro Meluso

GIOVANI E … –  Bisogna programmare la prossima stagione prima possibile: “Pensare di fare una squadra completamente giovane ha bisogno di una struttura di un certo tipo, osservatori e grandi squadre che vogliano dare la priorità alla Lega Pro. Tanti calciatori preferiscono giocarsi la panchina in B e non mettersi alla prova in una categoria impegnativa come la Lega Pro, non sempre per scelte personali. Quando giocavo io c’era la famosa frase ‘del farsi le ossa’ per capire le sofferenze che ci sono dietro un successo. Con Meluso, prima di ogni discorso di modulo, relativo perché il calcio si basa sui principi, vogliamo conoscere l’assetto dei giocatori sotto contratto. In base a quello, svilupperemo un’idea di gioco propositiva. Il settore giovanile? Sinceramente, devo occuparmi prima di tutto della prima squadra, in base a quanto mi dirà il responsabile del settore giovanile si potrebbe dare una linea per lavorare dal basso. I giocatori in cerca di riscatto? Sono una risorsa. Non ci possiamo soffermare su una voglia momentanea. È nella difficoltà che si dimostra la realtà, non mi voglio mai trovare a rinfacciare a un calciatore le sue parole. Gradirei un rapporto schietto, diretto, con persone che condividano la linea della società in egual maniera a quello che facciamo noi. Un allenatore che mi ha dato di più in carriera? Chi mi ha instradato su questa mia nuova esperienza, ormai intrapresa dal 2007 a Verona, è stato quel volpone di Giampiero Ventura (sorride, ndr), a cui faccio i complimenti per il nuovo incarico. Mi ha dato moltissimo, ma la bravura dell’allenatore non è quella di scimmiottare qualcuno. In questa veste è stato lui il mio artefice. Da calciatore poi ho preso molto da Zeman, molti aspetti ma non tutto, e Trapattoni, tutti allenatori importanti come Ranieri, Malesani e Fascetti, anche se appartiene ad un altro tipo di epoca. La massima attenzione avuta negli anni mi ha permesso di carpire qualcosa. Ora, però, penso solo a fare bene con il mio Lecce”, ha concluso sorridendo il neo mister dei salentini.

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