È il Lecce di tutti, è il Lecce di Braglia

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Braglia
Piero Braglia, allenatore U.S. Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) –  È il Lecce di tutti, è il Lecce di Braglia. Il segreto del successo della scalata in classifica della formazione giallorossa che ha conquistato con una rincorsa incredibile, con 17 risultati utili di fila, il secondo posto del girone C (meno uno dalla capolista Benevento) ha un nome e cognome: Piero Braglia. Il vulcanico, estroso e, a volte, di “primi modi” tecnico toscano da quando è arrivato nel Salento, lo scorso 12 ottobre per sostituire l’esonerato Antonino Asta, è riuscito a dare un’anima, un gioco e, soprattutto, una mentalità vincente ad una squadra che sembrava malata, insicura e poco vogliosa di dire la sua nel tosto campionato di Lega Pro.

LA “REMUNTADA” – L’ex Pisa, Catanzaro e Juve Stabia, partita dopo partita e ostacolo dopo ostacolo, ha preso per mano i giallorossi, dopo la sesta giornata d’andata quando erano finiti al dodicesimo posto, per trascinarli in posti più rosei. L’inizio di stagione di capitan Romeo Papini e soci è stato duro, difficile e non in accordo con quanto desiderato in estate dalla nuova società di Piazza Mazzini: con l’ex Bassano in panchina erano arrivati appena sei punti in altrettante partite, la media di uno a gara, frutto di una sola vittoria, tre pareggi e due sconfitte (nei derby contro la Fidelis Andria al “Via del Mare” e in casa del Foggia con umiliante 4-0). Ecco, così, che è arrivata l’inevitabile decisione del club salentino di dare la svolta, o meglio l’atteso scossone, ed esonerare il giovane e preparato Asta.

Perucchini
Filippo Perucchini, portiere U.S. Lecce

UNA SOLA … BATOSTA – Dalla settima giornata di andata, con il 61enne Braglia in panchina, Franco Lepore e compagni si sono svegliati all’improvviso e hanno iniziato la lenta, difficile e ostica risalita: l’unica sconfitta con il nuovo tecnico è arrivata al “Ceravolo” di Catanzaro, l’8 novembre. Sono stati, infatti, in 21 gare ben 46 i punti messi in cassaforte con l’allenatore di Grosseto degli odierni 52 totali, merito anche di una difesa, guidata dal portierone bergamasco Filippo Perucchini, sempre più solida con sole 18 reti subite in 27 partite dall’inizio della stagione. Trend, questo, che ha portato il Lecce dritto a meno una lunghezza dalla capolista Benevento.

IL PREDESTINATO – Infatti, a guardare il curriculum di Braglia, era difficile credere che non sarebbe riuscito ad imprimere la svolta al Lecce. Il mister di Grosseto è un esperto conoscitore della Lega Pro e ancor prima della Serie C. È un veterano e sa come si vincono (giocano) i campionati: come si dice in gergo è “un allenatore di categoria”. Nel 2003-04 ha trascinato il Catanzaro in serie B dopo 14 anni di assenza. Stessa obiettivo portato a termine nel 2006-07 alla guida del Pisa e nel 2010-11 quando era alla Juve Stabia. Ora, lui, con il suo solito fare schietto e concreto ci vuol provare anche con il Lecce dopo tre stagioni di delusioni e di perdita di “vista” del vero obiettivo.  La situazione in vetta è complicata e, di conseguenza, affascinante: in 6 punti ci sono 5 squadre e sabato pomeriggio, il giorno della vigilia della Santa Pasqua, c’è lo scontro diretto col Cosenza. Avanti Lecce: tutto è ancora da scrivere, il tuo futuro è tutto da conquistare a meno sette battaglie dalla fine della stagione. E con Braglia in panchina, è giusto crederci. È giusto sognare.

 

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