“Che Lecce, ragazzi”

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Lecce Foggia finale
Domenica il Lecce ospiterà il Melfi al “Via del Mare”

LECCE (di  Carmen Tommasi) – È quel Lecce che quando gioca e che quando non sei allo stadio a “vederlo” ti fa necessariamente chiedere: “Sta vincendo?, “Quanto manca alla fine del primo tempo?”, “Mister Braglia ha cambiato formazione?” oppure “Quanti sono i minuti di recupero?”. Eh sì, è finalmente ritornato l’entusiasmo per la formazione giallorossa, passione mai venuta meno negli ultimi anni, ma sicuramente non ai livelli del campionato in corso.

Entusiasmo che è gradualmente arrivato, grazie alla scalata in classifica della formazione di Piero Braglia e per il visibile impegno proprio di chi indossa-suda la maglia in ogni partita, ma anche per merito dei proprietari dell’U.S. Lecce. Cordata tutta salentina, con a capo il presidente Enrico Tundo, che è riuscita in maniera timida, discreta e semplice a conquistare il cuore “rotto” e sofferente dei tifosi salentini che negli ultimi tre anni hanno patito per le sorti di una squadra tanto amata, ma che li ha fatti enormemente soffrire. E non di certo per “colpe” della famiglia Tesoro che, nella stessa maniera dei suoi tifosi, ha amato la squadra e ha lottato per portarla in serie cadetta.

QUESTIONE DI … NUMERI – Ed ecco che a dare ragione al tecnico di Grosseto, squalificato per tre giornate dal giudice sportivo, e alla sua squadra sono anche i numeri, perchè la formazione giallorossa ha rifilato 14 partite di imbattibilità. Dopo la sconfitta di 2-1 con il Catanzaro dello scorso 9 novembre allo stadio “Ceravolo”, Lepore e soci hanno conquistato ben 8 vittorie e 6 pareggi per un bottino di 30 punti. Una media di risultati utili di fila spaventosa che ha portato, passo dopo passo, i salentini, in una rincorsa da capogiro, al secondo posto in classifica e a meno uno dalla capolista Benevento. Sono 45 i punti in classifica per gli uomini del mister toscano che in 24 partite disputate (le prime sei con Antonino Asta alla guida del Lecce) ne hanno vinte 12, pareggiate 9 e perse solo 3 per 30 reti segnate e solo 17 subite (nel girone di ritorno Perucchini & Co. in sette gare, l’ultima con il salentino Bleve tra i pali, hanno incassato solo due reti). Sono questi solo freddi e poco comunicativi numeri, ma nel calcio sono proprio le statistiche quelle che fanno vincere i campionati e i supporter salentini adesso iniziano, o meglio continuano, a sognare.

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Romeo Papini, centrocampista

PAROLA DI CAPITANO – Anche se, l’esperto e grintoso ex Carpi Romeo Papini sorride per il momento d’oro del suo amato Lecce, ma non si illude e guarda partita dopo partita: “Una cosa è certa, non ci illudiamo, la classifica è chiara, ci sono 5 squadre in tre punti ed il campionato è tutto aperto. Di solito, guardando agli altri campionati, il mese di marzo -spiega il centrocampista giallorosso, classe 83- è importante, potrebbe delinearsi qualcosa di più, anche se credo che i giochi si decideranno alla fine. In tutte le posizioni di classifica c’è grande lotta, ogni squadra ha un obiettivo e per questo tutte le gare sono difficili”, ha concluso fiducioso il capitano romano, nella conferenza tenuta ieri, tre gol messi a segno nel campionato in corso in 1994 minuti disputati.

Curva Nord nel derby col Foggia

TUTTI ALLO STADIO – Per la gara di domenica con il Melfi, con fischio d’inizio alle ore 17:30 e valida per l’ottava giornata di ritorno del girone C, che sarà diretta da Andrea Mei di Pesaro, il club di Piazza Mazzini ha scelto ancora una volta di venire incontro al popolo giallorosso. Questa l’importante iniziativa: due prezzi per lo stesso settore, uno “fan” e uno “super fan”, con il primo si può risparmiare sul prezzo del biglietto, con il secondo il tifoso decide di voler/poter spendere di più per sostenere la squadra del cuore (LEGGI QUI). L’obiettivo è quello di riportare più gente possibile tra le mura amiche del “Via del Mare”, proprio come successo nel derby con il Foggia in cui si è registrato il tutto esaurito, e di colorare lo stadio salentino tutto ed infinitamente giallorosso. Le premesse ci sono tutte e l’entusiasmo non manca, anche perché ormai chiunque, o quasi, ha il desiderio di esserci e di continuare a urlare a fine partita: “Che Lecce, ragazzi”.

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