Falco: “Da piccolo dormivo con il pallone sotto il cuscino. Che carica la Curva Nord”

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Filippo Falco, fantasista del Lecce (foto P.Pinto)
Filippo Falco, fantasista del Lecce (foto P.Pinto)
Filippo Falco, fantasista del Lecce (foto P.Pinto)

LECCE – Filippo Falco, per gli “amici” Pippo, è follemente innamorato del sul Lecce e della tifoseria giallorossa, un amore mai messo in discussione anche quando ha indossato altre maglie: “La gente che ci ama e ci sostiene è tutto per noi. Io ho la fortuna -ha chiosato l’attaccante di Pulsano, 28 anni 19 presenze e 3 gol in campionato- di giocare a Lecce, dove la Curva Nord ti dà una carica fantastica. Diciamo che è tra le più numerose d’Italia e giocarci vicino offre emozioni indescrivibili. Con un tifo del genere tutto è più facile e bello”.

IN ATTESA – Il campionato è ancora fermo ai box a causa dell’emergenza coronavirus: “Sto bene e come tutti sono a casa. Mi alleno in casa e per farlo disturbo anche papà che non ha mai giocato a calcio. Infatti, non ho preso da lui (sorride, ndr). Lui è il mio più grande tifoso, mi ha sempre seguito e penso sia simpatizzante dell’Inter. Quando non gli sta bene qualcosa me lo dice sempre, mi critica e questo mi ha sempre aiutato. Nel cortile riesco a fare la forza e due palleggi. Anche se stare in casa ed allenarsi in spazi ridotti non è facile. L’obiettivo di tutti è tornare a giocare a calcio il prima possibile. Io vorrei riprendere il campionato, ma questo può avvenire soltanto se si supera questo brutto periodo e soprattutto se i contagi si fermano. Solo così torneremo a divertirci. Come mi mantengo in forma? L’aspetto dell’alimentazione è fondamentale, oltre che la dedizione negli allenamenti. Bisogna stare attenti perché le tentazioni sono tante, soprattutto per me che sono un amante dei dolci ma ne mangio solo uno a settimana”.

LA CARRIERA – Un percorso professionale iniziato sin da bambino: “Giuseppe Novellino è stato il mo primo tecnico, a Pulsano, ed è stato il più importante perché mi ha insegnato il calcio. Già a 4 anni non lasciavo mai il pallone e mi portavano alla scuola calcio, anche se ero troppo piccolo. Già da piccolo dormivo con il pallone sotto il cuscino. Io ho sempre detto che volevo fare il calciatore e non so cosa altro avrei fatto se il mio sogno non si fosse realizzato, non ci ho mai pensato. Da piccolo giocavo terzino sinistro, ma ero troppo offensivo, così mi spostarono a centrocampo. Anche lì però continuavo ad attaccare, e così a 12 anni arrivai a giocare nel mio ruolo naturale, quello di trequartista”.

I CAMPIONI – Falco racconta i suoi giocatori preferiti e a cui ha cercato di ispirarsi: “Quando ero più piccolo Messi era agli esordi, ma già mi piaceva tantissimo. Per me è un onore, nel mio piccolo, essere associato al giocatore più forte di tutti i tempi. E poi altri grandissimi numeri 10 come Del Piero e Totti. E poi Fabrizio Miccoli, che ho apprezzato tantissimo a Palermo e con cui ho avuto il piacere di scambiare qualche palleggio in ritiro con il Lecce, purtroppo niente di più. Il più forte con cui ho giocato in campo nella stessa squadra è stato Ciccio Brienza al Bologna, non lo sento più ma l’ho sempre ammirato. Le miei punizioni? Chiedete a mia nonna quante cose ho rotto da piccolo mentre mi esercitavo (sorride, ndr). Come prima cosa guardo l’angolo più libero, dove posso far andare la palla e poi guardo solo il pallone, il punto ideale per colpirlo. Quando vedi che la palla sta entrando i pensieri diventano tantissimi, ma resta soprattutto la voglia di gioire con tutto lo stadio. Quei momenti sono straordinari”.

SOGNANDO… – La maglia azzura è uno dei suoi obiettivi: “Il sogno di ogni giocatore è la maglia azzurra. So che può arrivare, però, solo attraverso il lavoro quotidiano e soprattutto so che viene prima di tutto l’obiettivo di squadra. L’azzurro resta un sogno e magari potrebbe essere un premio se le cose dovessero andare bene, dopo aver lottato per il Lecce.  Lapadula? Lui è un grande amico, è simpatico, e ogni tanto lo ‘sfotto’. Siamo uniti come squadra, il gruppo è la nostra forza. Con lui c’è una grande intesa, comunichiamo tanto, ci capiamo. So spesso come vuole il pallone e questa è sicuramente un’arma importante per la squadra. La più bella partita dello scorso anno? Quella con il Brescia nella gara di ritorno in casa”.

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