Marco Calderoni, una vita di corsa: famiglia, amore e calcio

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Marco Calderoni, foto P. Pinto

LECCE (di M.Cassone) – Ci sono frasi che riescono a racchiudere in pochi caratteri l’essenza di intere situazioni destinate a diventare storie. Ci sono storie belle da raccontare che trasudano emozioni e solleticano le corde più intime dell’anima e come in un susseguirsi di attimi interminabili si tramandano di padre in figlio.

Borges ha tatuato nell’eternità una frase bellissima ed è proprio da lì che vogliamo partire: “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada lì ricomincia la storia del calcio”… sembra iniziare proprio così la storia di Marco Calderoni classe ‘89, ragazzo timido ma sempre pronto a sorridere; e parte da Latisana che gli ha dato i natali e va in giro per l’Italia: da Sesto al Reghena dove muove i primi passi nel Sesto Bagnarola, a Piacenza e poi Palermo, Ascoli, Grosseto, Bari, Latina, Novara e adesso a Lecce.

Nel capoluogo salentino è arrivato nel massimo della maturità calcistica dopo aver giocato circa 300 gare in serie B ed aver vestito la maglia delle nazionali Under 18 e Under 20. Nel 2009 ha vinto la medaglia d’argento “azzurra” nei Giochi del Mediterraneo perdendo la finale contro la Spagna e si è sempre ben comportato anche nel mondiale Under 20 in Egitto dove addirittura fu chiamato a fare il centrale difensivo in ben 5 gare, seppur sia un terzino sinistro naturale; ha poi preso parte al Torneo Quattro Nazioni.

Ad un certo punto ha dovuto decidere se continuare a giocare a calcio oppure correre in bicicletta, entrambi gli sport lo appassionavano ma come dichiarò tempo fa se non fosse diventato un calciatore avrebbe lavorato per un’azienda del suo paese.

Inizia da piccolissimo a prendere confidenza col pallone; quando col padre va a vedere il fratello giocare, sbircia già quella sfera magica che rotola e si insacca nella rete ed inizia così la sua avventura.

Marco ed Eleonora Calderoni, foto Instagram
Marco ed Eleonora Calderoni, foto Instagram

Marco non ama andare a scuola ma aiuta la famiglia lavorando nei vigneti proprio con il papà, e per una stagione in fabbrica; a testa china ma con orgoglio decide che la sua strada è nel mondo del calcio e giovanissimo, a 14 anni, inizia il suo giro d’Italia non in bici ma con le scarpette chiodate.

Sembra una favola antica la sua dove l’amore vince su tutto, dove l’amore per il pallone ti porta lontano dalla famiglia per poi regalarti l’amore, quello con la A maiuscola e con la E di Eleonora che conosce a Grossetto in una pizzeria e scocca subito quella scintilla che li porterà a diventare famiglia prima e genitori poi del piccolo Tommaso che sembra avere le idee chiare e già da ora calcia il pallone e corre crescendo, forse, con lo stesso sogno di papà… e così di padre in figlio, come abbiamo iniziato terminiamo… Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada lì ricomincia la storia del calcio”e già, quel calcio che proprio come l’amore non conosce ragioni ma regale storie e sogni… di vita e di sport. E Marco può correre, deve correre forte, su quella fascia sinistra perché Tommaso sta per raggiungerlo!

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