Fiume di delusione: Lecce, riparti da chi ti ama davvero

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LECCE (di Carmen Tommasi) – I guantoni di Filippo Perucchini sulla testa che non nascondono la delusione del suo volto, le lacrime e il viso disperato di Mario Pacilli, gli occhi fieri ma lucidi di Ciccio Cosenza, la forza nel consolare i compagni di squadra di Antonio Giosa, la delusione infinita del capitano dal cuore d’oro Checco Lepore, i visi spenti dei tifosi leccesi presenti al “Giuseppe Moccagatta”, il terzo portiere Gianmarco Chironi che stringe forte tra le sue braccia il medico sociale Giuseppe Congedo e la frase commossa di Roberto Rizzo a fine gara: “Per  noi è un giorno bruttissimo”: queste le immagini salienti del post Alessandria-Lecce; i giallorossi piangono, i grigi volano in semifinale e per i salentini sarà ancora Lega Pro. Una partita -il ritorno dei quarti di finale playoff, dopo l’1-1 dell’andata al “Via del Mare”– ben giocata e combattuta dal Lecce sin dal primo minuto, ma mai concretizzata nemmeno nei due tempi supplementari e persa solo nella maledetta lotteria dei rigori.

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Foto di Marco Lezzi

Una vera è propria maledizione quella dei playoff: per la quarta volta di fila la formazione giallorossa torna a casa a mani vuote, si lecca le ferite, ripensa a ciò che poteva essere in campionato e prova subito a ricominciare. Ricominciare da cosa o meglio da chi? Sicuramente da quei tifosi (numerosissimi) che sono “magici”, colorati, folcloristici, passionali, tosti quando serve, criticoni, orgogliosi ma immensamente innamorati di te, Lecce. Tifosi che, con il loro cuore infranto, nel dopo gara hanno applaudito ugualmente  la squadra che in campo ha lottato anche per loro, soprattutto per loro.

Eh sì Lecce, riparti dalle macerie e dalle lacrime che hanno bagnato il terreno di gioco del “Giuseppe Moccagatta” e continua a puntare su quei giocatori che hanno veramente lottato per la tua maglia e per i tuoi colori.

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