LIVE – La conferenza stampa della società in diretta su Piazza Giallorossa

0

LECCE – E’ la prima conferenza stampa della nuova stagione: il Lecce riparte e lo fa con la dirigenza al completo. Idee, progetti, ambizioni e numeri: tutto davanti ai giornalisti. In diretta da Palazzo BN, scende in campo la compagine societaria. A parlare ai microfoni il presidente Saverio Sticchi Damiani ed il socio di maggioranza Renè De Picciotto. Presente anche il responsabile dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino.

Piazza Giallorossa seguirà in diretta testuale la conferenza, con aggiornamenti continui ed in tempo reale. Appuntamento a partire dalle ore 10.30: clicca QUI per aggiornare la pagina e non perdere nulla!

La dirigenza è appena arrivata a Palazzo BN: tra poco prenderà il via la conferenza.

INIZIA LA CONFERENZA – Apre la conferenza il Presidente Saverio Sticchi Damiani: “Siamo ancora una volta ospiti di Palazzo BN, a casa del nostro socio Renè De Picciotto che è un segnale del suo attaccamento alla città. Il senso dell’incontro di oggi è quello di condividere le analisi, quanto più oggettive possibile, che abbiamo svolto al termine della passata stagione. Il tutto per evitare interpretazioni errate. Lo scorso anno abbiamo proposto alla piazza un progetto tecnico pluriennale: il famoso progetto triennale per ripartire dalle fondamenta fino ad arrivare ad un certo obiettivo. Quando dico di progetto triennale non voglio dire che in 3 anni saremo in Serie A perché il risultato sportivo è frutto di tante variabili. Tanto è vero che anche nel primo anno abbiamo cullato il sogno di una promozione sia diretta che tramite i playoff. Mi spiace perché c’erano tutte le condizioni possibili per raggiungere il traguardo, con notevole sforzo da parte di tutti, anche attraverso un premio promozione depositato in Lega davvero cospicuo (al netto dei complottisti che mortificano il nostro impegno).

Progetto triennale significa che in questo orizzonte temporale si potranno vedere dei frutti. Gli interpreti nel perseguire il progetto possono cambiare: dall’allenatore ai giocatori, ma il garante del progetto è proprio il Direttore Tecnico. In questo primo anno, che coincide con l’arrivo di Pantaleo Corvino, è stato fatto tantissimo: in sole due sessioni di mercato sono stati acquistati giovani promesse che mezza Europa ora guarda con attenzione. Penso a Hjulmand, Rodriguez, Listkowski, ma anche Gallo che si è finalmente consacrato. Per il Settore Giovanile sono state eseguite 15 acquisizioni, sia per la Primavera che per l’under 17, italiani e stranieri, e molti di questi sono sicuro che li vedremo presto in prima squadra. A proposito di Primavera: proprio oggi i nostri ragazzi si giocheranno la possibilità di approdare in Primavera 1, dove non sono rappresentate nemmeno tutte le squadre di A. Per comprendere meglio il campionato di vertice che abbiamo svolto ho però bisogno di raccontarvi cosa è stato l’ultimo anno per noi. Siamo qui oggi dopo un lavoro egregio in C e in B, mentre due anni fa, oggettivamente, perdere la Serie A è stata davvero un’occasione persa per poter patrimonializzare l’organico. Fateci caso: i protagonisti dell’ultimo campionato sono quasi gli stessi della Serie B di due anni fa. L’unico elemento che ci ha portato in dote la Serie A è il solo Gabriel. Per il resto non abbiamo ereditato un patrimonio tecnico come hanno fatto altre società. Le due cessioni fatte (Falco e Petriccione, ndr), davanti a precise richieste dei giocatori, non hanno portato grandi risorse: anzi, la Stella Rossa deve ancora adempiere e siamo in una fase di contenzioso. Questo per dirvi delle difficoltà nell’affrontare una stagione dura, in cui si è dovuto ricostruire tutto, con poche risorse ma con grande sforzo da parte di tutta la società, dai soci fino ai nostri collaboratori. Anche a Corvino abbiamo chiesto gli straordinari, sin dal primo giorno: da parte sua, non solo mi ha detto sì rifiutando altre proposte, ma si è anche calato a pieno in questa nostra sfida, fatta di conti da mantenere in ordine. 

La B di quest’anno è iniziata con alcune difficoltà, con mal di pancia – legittimi – di qualcuno che aveva voglia di continuare a giocare nel massimo campionato. Questo poteva nascondere troppe insidie e non vi nascondo di aver avuto paura di dover affrontare un torneo in cui avremmo dovuto lottare per non retrocedere. Vi racconto solo questo: dopo la sconfitta casalingha contro Pisa, avevamo Pettinari col mal di schiena, Falco proiettato altrove e contro il Vicenza eravamo sotto di un gol. Non vi nascondo che in caso di sconfitta avremmo dovuto lottare per evitare i playout. Poi entrò Rodriguez, un ragazzo che era stato preso per giocare anche con la Primavera, e quella è stata una delle svolte. Da quel momento, con le sei vittorie consecutive, il gruppo ha messo da parte l’io e ha iniziato a pensare al noi. L’obiettivo però è stato mancato e abbiamo dovuto analizzare perché: alla fine si è pensato che per poter proseguire nel percorso del progetto triennale sarebbe stato più opportuno cambiare. Non c’è nessun capro espiatorio: con l’ennesimo sacrificio economico abbiamo ritenuto di dover cambiare per poter crescere e vincere, ma senza puntare il dito. In questi 20 giorni di silenzio abbiamo dovuto recuperare le risorse per circa 5 milioni per garantire l’iscrizione al campionato, azzerando ogni pendenza.

Ora si apre una nuova stagione in cui il primo obiettivo è quello di continuare a crescere, con i giovani, continuando ad investire nelle strutture. Tutto con lo scotto di un periodo generale difficile, senza sponsor e senza nuove risorse. Lo sforzo è il massimo e il margine d’errore è minimo. Tutta la Serie B vive una fase di grande ridimensionamento, con molti club che stanno faticando anche per iscriversi al campionato. Quest’anno mi ha fatto piacere sentire da Christian Maggio, con una carriera che parla da solo, che in poche altre realtà ha visto un così tanto lavoro oculato che guarda molto anche alle strutture, con un budget contenuto. La società come vedete oggi è tutta presente, compatta: anche Renè che spesso è fuori per i suoi impegni lavorativi. Accanto a me c’è gente per bene che in questi anni ha fatto davvero tanto e bene. Dietro di noi non ci sono fondi di investimenti, non ci sono società occulte, ma siamo solo noi, chi adesso vedete qui. 

Abbiamo ristrutturato lo stadio e nei giorni scorsi abbiamo firmato la nuova convenzione con il Comune. Noi speriamo davvero che questa nuova convenzione sia un’opportunità: anche in questo caso abbiamo voluto farci carico di impegni che non spettavano a noi per circa 6 milioni complessivi. Risorse che il Comune non aveva realmente la possibilità di spendere. Noi ora speriamo che grazie al ritorno dei tifosi e ad altre iniziative non sono calcistiche di poter recuperare almeno qualcosa. Ci siamo inventati il marchio M908, il Lecce Program, tutto con rigore ed equilibrio, in epoca covid. 

Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi ho chiesto a De Picciotto – che è divenuto un grande amico – qualcosa in più rispetto a quanto fatto negli ultimi anni. La sua esperienza, la sua capacità di uomo d’impresa, la sua dote nel gestire circa 60 società, per noi può essere ancor più una straordinaria risorsa, anche in termini di presenza del CdA, personalmente o tramite un suo uomo di fiducia. Renè è molto esigente, sotto tutti i punti di vista, ma è una garanzia di qualità per il club.

Ora speriamo di poter rivedere quanto prima i nostri tifosi: noi continueremo nel nostro percorso, con giovani terribili e qualche senatore come chioccia. Noi faremo di tutto per rendere i nostri tifosi orgogliosi”.

PRENDE LA PAROLA RENE’ DE PICCIOTTO

“Sono molto felice di essere qui, a Palazzo BN, non perché è di mia proprietà, ma perché è il simbolo del mio attaccamento alla città. Io in questi anni, volutamente, non mi sono occupato in prima linea della gestione della società perché c’erano i soci a farlo. Conosco il calcio, lo seguo, anche a livello internazionale. Io sono in Italia da 15 anni ma in Puglia ho vestito molto. Lecce, in particolare, mi ha riservato tanti affetti e soddisfazioni. E’ stato fatto un grande lavoro sotto molti aspetti da parte di tutti. Nell’ultimo anno abbiamo dovuto fare i conti con la carenza di sponsor, di tifosi, in piena pandemia. Ringrazio anche gli sponsor che hanno continuato a starci accanto. Quello passato è stato un anno davvero duro in cui la mancata promozione ci ha portato via la possibilità di poter accedere a circa 40 milioni che per noi sarebbero stati ossigeno. Io sono un tifoso ragionevole e con questa premessa ora guardiamo al futuro: tutti i soci profondo ogni giorno grande impegno, con la consapevolezza che i fondi personali di ciascuno non sono illimitati. Faccio un parallelismo: i rigori sbagliati in campo noi abbiamo il dovere di trasformali in rigore dei conti. E’ passato il tempo dello sperpero dei denari come si poteva fare un tempo.

Io sono un socio leale e mi sono dichiarato disponibile: oggi siamo costretti ad investire sui giovani, sul Settore Giovanile, da far crescere il prima possibile. Io non ho fretta, ma non ho nemmeno molto tempo: non possiamo essere masochisti e ho detto al Presidente di essere pronto a dare una mano ancora più importante, a patto di ricevere determinati rassicurazioni in fatto di governance. Senza colpa di nessuno, ci mancano alcuni passaggi e per quanto mi riguarda una società di calcio non ha regole di gestione diverse rispetto ad altre aziende. Purtroppo il cuore non si piò sostituire ai conti. Quello che ci è mancato nel corso della stagione è stata la grinta. A Corini, nel salutarlo, gli ho detto proprio questo: altrove, mai con 4 punti di vantaggio si sarebbe perso il campionato. Lecce è una bellissima città, una storia di club straordinaria  ma ci sono anche limiti, soprattutto in tempi di crisi: ci vuole cautela, coraggio e rigore”.

SPAZIO ALLE DOMANDE DEI GIORNALISTI

Diritti tv, ritorno del pubblico e abbonamenti – Risponde il Presidente Sticchi Damiani: “il Consiglio Direttivo della Serie B ha chiuso il lavoro sulla cessione dei diritti tv venduti sia a Sky che ad altri partner internazionali. Grazie ad un lavoro alacre siamo riusciti a raddoppiare gli introiti rispetto allo scorso anno. Ciò non basta perché serve riaprire gli stadi. Il vicepresidente Liguori e l’Ufficio Marketing stanno già valutando varie opzioni e quando avremo un quadro definito faremo sapere delle nostre iniziative”.

La presenza di De Picciotto nel club – io non ho bisogno di essere fisicamente presente per gestire il club. Io ho chiesto solo una visione e una disciplina societaria diversa. Fino ad oggi è stato fatto tutto bene, ma ho sempre ribadito di avere una certa attitudine finanziaria, in tema di certificazioni ad esempio. Definiremo comunque il modus operandi a breve. Volutamente in questi anni non ho voluto inserirmi nell’equilibrio societario. Ma ho condiviso da sempre il progetto dell’US Lecce e quello che mi auguro ora è una svolta nella governance. Non so se entrerò direttamente nel CdA e se rivestirò altri ruoli, ma auspico solo un miglioramento del club che sia al passo coi tempi”.

L’obiettivo per la prossimo stagione – “in campionato di B è un campionato talmente ostico che è difficile fare proclami. Lo scorso anno l’Entella e il Venezia avevano lo stesso monte ingaggi: una è retrocessa in C, l’altra ha vinto i playoff. Da parte nostra, se indoviniamo le mosse possiamo toglierci delle soddisfazioni”, conclude Saverio Sticchi Damiani.

PRENDE LA PAROLA IL DIRETTORE PANTALEO CORVINO

“Quando si fanno delle analisi si deve tenere conto anche degli input che sono stati dati dal Presidente e da Renè De Picciotto. Alla vigilia dello scorso campionato, non avevamo annunciato l’obiettivo della promozione, ma siamo ci siamo ritrovati a lottare per un traguardo che a cinque giornate dalla fine sembrava davvero alla portata. Significa che il lavoro svolto da parte di tutti stava davvero per essere consacrato. Nell’ascoltare il Presidente, mi giunge una riflessione: faccio questo lavoro da 40 anni e non ha mai dato tanto come ho fatto quest’anno. Anche per quanto riguarda il Settore Giovanile: l’ho lasciato 20 anni fa con sette giocatori divenuti titolari in prima squadra. Al mio ritorno sento che c’è scontento per via dei tanti stranieri nelle giovanili e io resto allibito. La storia del Lecce ci dice che il Settore Giovanile è sempre stato di ampio respiro, globalizzato, senza chiudersi nel provincialismo. Ma non ricordo di nessun giocatore frutto del Settore Giovanile che, dopo il mio primo saluto al Lecce, sia poi arrivato in prima squadra.

Con grande sforzo, mi sono prodigato nel mettere in piedi un’organizzazione migliore, fatta di competenze umane e strutture. Eppure siamo amareggiati, come i nostri tifosi, che stanno per toccare un sogno che nessuno aveva promesso. Anche a livello societario, aver perso 50 milioni, è motivo di profonda amarezza.

Per la nuova stagione le linee guida sono quelle di far cresce il club a suon di giovani, patrimonializzando il club. Per farlo proprio il Settore Giovanile riveste un ruolo strategico perché serbatoio di risorse dall’interno. Con il rigore economico che ci deve essere, servono idee, iniziative e grandi sforzi da parte di tutti.

Con Corini lo scorso anno è stato siglato un contratto triennale – a differenza di quanto fatto con Baroni – per dimostrare che anche l’ultimo arrivato poteva meritare fiducia incondizionata. Non dimentichiamo, poi, che Corini è arrivato in corsa perché il giorno prima della partenza del ritiro l’allenatore era un altro e anche il tempo non era nostro alleato. Il curriculum di Corini, poi, parlava chiaro. Oggi invece le condizioni sono diverse da un anno fa: con Baroni abbiamo scelto di legarci per un anno di fidanzamento, con un ulteriore stagione come opzione per poter celebrare un matrimonio”.

I GIOCATORI IN SCADENZA – “Per Pettinari qualcuno ha parlato di mistero. Non c’è nessun mistero. Primo punto: non è stato Corini a non metterlo in rosa. Secondo punto: a mercato chiuso, in conferenza, dissi che il ragazzo era a disposizione dell’allenatore ma che non sarebbe rientrato nei futuri piani societari alla luce di una serie di considerazioni, economiche e tecniche. I numeri tecnici di Pettinari, che ha sempre disputato la B, dicono: a Lecce ha giocato 1.369 minuti, con un gol ogni 342′. Faccio un parallelismo con Stepinski, giocatore con 9 gol in Serie A, uno ogni 177′. Continuerà a giocare col Lecce? Con Baroni giocheremo con una sola punta centrale e in rosa abbiamo anche Coda e Rodriguez”.

IL BUDGET LIMITATO – “più volte ho sentito dire che il Lecce aveva il terzo monte ingaggi del campionato. Va però precisato che su questo monte ingaggi pesano i numeri di giocatori per i quali abbiamo dovuto contribuire affinché partissero, come Tsonev, Benzar e Shakov. Io sono certo che Monza, Spal e Frosinone avevamo un monte ingaggio superiore al nostro. Quest’anno sarà ancora più rigoroso. Il mercato poi offre varie opportunità, di varia natura. Non possiamo permetterci calciatori con ingaggi non sostenibili”.

LA CONFERENZA TERMINA QUI: GRAZIE PER AVERCI SEGUITI!

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CONDIVIDI
Articolo precedenteIl Bari vuole Liverani
Articolo successivoChe Primavera: festa Lecce, c’è la promozione in Primavera 1