Donati si riscopre cuoco: “Mi dedico alla cucina, ma mi mancano i tifosi e il calcio giocato”

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Giulio Donati, difensore U.S. Lecce
Giulio Donati, difensore U.S. Lecce
Giulio Donati, difensore U.S. Lecce

LECCE – Il calcio giocato manca e non poco anche a Giulio Donati, ma nel frattempo il terzino toscano si allena, si gode la sua famiglia e si dedica alla cucina, sua grande passione: “Sono a Lecce a casa con la mia compagna e insieme alla nostra bambina. Passiamo molto tempo insieme cucinando, stando in casa e guardando tante serie tv. Ci siamo divorati la Casa di Carta.  Ci sentiamo spesso con parenti e amici. Con le videochiamate multiple -ha spiegato Donati, 30 ann,e 9 presenze e 1 gol in campionato – sembra stare insieme. Sto bene e non ho ansie particolari, ma  non dobbiamo sottovalutare questa situazione: seguendo le direttive governative ne usciremo presto”.

GIORNATA TIPO –  Il tempo  libero in questo periodo è tanto e bisogna inventarsi sempre qualcosa da fare:  “La mattina sveglia presto, anche a causa della bambina: colazione e poi la mia compagna accudisce la piccola, mentre io mi alleno. Faccio corsa vicino casa e rientro facendo degli esercizi che ci ha consigliato il preparatore. Mi sono adattato con casse d’acqua e altri oggetti che ho trovato in casa per allenarmi. Per il resto della giornata, pranzo, gioco con la bambina e mi dedico aI film. In serata, invece di fare l’aperitivo, facciamo il giro delle chiamate per fare compagnia a persone che sono sole in casa e che ne hanno bisogno”. 

BEL GESTO – L’U.S. Lecce ha deciso di donare tre ventilatori polmonari al “Dea” di Lecce, donazione a cui ha partecipato la squadra ed anche lo staff tecnico e medico: “Da parte nostra abbiamo deciso accettare la proposta di capitan Mancosu, diciamo che è stato è un piccolo gesto di vicinanza da parte nostra verso tutti gli operatori medici che stanno dando una grande prova in queste settimane”.  

CHE GRUPPO – La forza dei giallorossi è sicuramente l’unione: “Come ci manteniamo in contatto con i miei compagni? Le metodologie di chiamate sono molto varie e poi ogni tanto ci sentiamo in videochiamata, cerchiamo di tenere lo spirito di spogliatoio e ci stiamo riuscendo. La caratteristica principale della nostra squadra è il gruppo. Siamo molto coesi, come ogni squadra che si deve salvare. Spesso le gare sono difficili. Quando il gruppo è compatto tutto riesce facile. Ci sono poi cose tecniche e tattiche, il mister ci  spiega sempre tanti concetti a tutto tondo. Ognuno di noi deve rimanere concentrato, perchè ogni partita è cruciale”.

LE “ASSENZE” – Il desiderio di ritornare alla normalità è davvero tanto: ” “Mi manca molto giocare, mi manca lo stadio e mi mancano i tifosi. A livello extracalcistico, appena finito tutto, farò subito una cena con amici, una colazione, una passeggiata insieme che non possiamo fare. Senza sport e movimento non riuscirei a stare. Non posso stare senza internet, ormai senza quello siamo finiti. Mi reputo fortunato ad essere abbastanza decente in cucina, gli anni in Germania mi hanno fatto diventare così. Sarebbe deleterio ordinare ogni giorno cibo da asporto e diciamo che in casa non mangiamo sempre pasta al sugo”.

RIPENSANDO – Infine, un breve momento di riflessione sulla sua carriera: “In una carriera  si vibe di tutto, i momenti brutti vanno superati con determinazione e con il lavoro. La Champions League è stata stupenda, ma dopo sette stagioni volevo tornare in Italia nel calcio passionale fatto di maggiori responsabilità e richieste dai tifosi. Diciamo che è più adrenalinico e avvincente. Il mio obiettivo? Salvarmi con il Lecce, lo dobbiamo a tutti i nostri sostenitori. Cerco sempre di migliorarmi, sono ambizioso e voglio andare avanti”.

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