Saggezza Liverani: “Superare la tragedia del paese e poi si penserà al resto. L’abbraccio con Mattia? Ancora mi emoziona”

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LECCE – “Il mio pensiero principale è superare la tragedia che sta vivendo il nostro paese e poi verrà tutto il resto, calcio compreso”: lui, Fabio Liverani, ha sempre la parola giusta nel momento giusto, la concretezza e la personalità per adattarsi ad un momento di emergenza come quello attuale a causa del coronavirus che sta mettendo in ginocchio l’Italia e gran parte del mondo. Il tecnico romano ha parlato a tutto tondo, in una diretta instagram sul canale ufficiale del club giallorosso nella rubrica “Siamo sempre con voi”, facendo anche un bel tuffo nel passato.

GIORNI STRANI –  L’isolamento forzato non è per niente facile da gestire: “Vivo questo momento come tutti gli altri, è un periodo difficile. La difficoltà più grande è aver perso le cose normali e questo a prescindere dal calcio. Del mio lavoro, mi manca il contatto diretto con i ragazzi, anche se rimaniamo sempre tutti in collegamento. Non è, però, certamente la stessa cosa. All’orizzonte non ci sono partite, non ci sono obiettivi immediati e questo incide molto sul lavoro, perché è difficile programmare. Quando riprenderà il campionato? Al momento, è difficile ipotizzare una data certa su quando le squadre potranno tornare in campo. Credo non prima di fine maggio, ma se ciò dovesse succedere l’Italia dovrà essere del tutto fuori dall’emergenza. Il Lecce ha sospeso i suoi allenamenti fino a data da destinarsi, ma l’incertezza sul futuro è tanta. Se e quando si riprenderà bisogna rimettersi sotto con un lavoro duro, ma questo varrà per tutte le squadre. Dovremmo essere bravi a fare meno danni possibili, lo dico sempre, ma questo ce lo dirà solo il risultato finale”.

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Fabio Liverani, allenatore U.S. Lecce e Dario Sanghez dell’ufficio stampa giallorosso

IL MIO FUTURO – L’ex mister della Ternana non nega di essere legato a Lecce e ai suoi tifosi: “A chi mi augura una grande carriera, lo ringrazio. Non ho l’esigenza di correre, il mio futuro non è un assillo. Chiunque aspira a migliorare, a qualcosa di più ad alzare l’asticella, che potrebbe coincidere anche con una permanenza a Lecce. Ma oggi il vero futuro a cui pensare è quello legato all’emergenza che stiamo vivendo: il mio obiettivo, ora, è vedere quanto prima la luce in fondo a questo tunnel. Qui deve esserci comunque la consapevolezza che c’è una società sana con un gruppo dirigenziale che lavora sodo. La salvezza da allenatore della Ternana? Quella è stata una stagione incredibile, una cavalcata esaltante. Eravamo quasi spacciati, poi abbiamo inanellato una serie di risultati strepitosi che ci hanno consentito di raggiungere una salvezza in cui in pochissimi credevano”.

DON FABIO AMARCORD – Ed ecco servita, una splendida galleria fotografica immersa di ricordi: “L’abbraccio con mio figlio Mattia in Lecce-Spezia? Quello è uno scatto ancora mi emoziona molto. Chi fa il nostro lavoro purtroppo toglie tanto tempo alla famiglia e ai propri figli. Sono felice perché anche lui ha voluto seguire questa passione, gioca a centrocampo come me, e da parte mia provo a trasmettere lui gli stessi insegnamenti che mi ha passato mia madre. In questo mondo essere ‘figlio di’ può essere un grande svantaggio se non si ha il giusto atteggiamento. Non so quanta strada farà, so che adesso mi dicono che è un ragazzo educato, e questo mi riempie d’orgoglio. La mia prima panchina con il Lecce? A Catanzaro e mi ha subito colpito l’abbraccio tra i tifosi e Lepore, dopo il gol del capitano. Mi ha fatto capire cosa voleva dire la passione nell’ambiente giallorosso. Quello è stato davvero un ottimo inizio del rapporto con il club. Le due promozioni? Delle volte, ci si dimentica che oltre ad essere calciatori o allenatori si è uomini, con paure, dubbi, incertezze. E nel finale del match con la Paganese l’emozione fu una liberazione di tanti di quei momenti difficili lunghi nove mesi”.

CHE RICORDI –  Infine, da grande ex centrocampistra raccanta le sue marcature più belle: “Ricordo con particolare affetto il primo gol, una punizione in Perugia-Reggina. Non ne ho fatti tanti, ma molto belli. Il pallonetto a Buffon in Lazio-Juventus, un altro pallonetto in Ancona-Lazio, un altro ben gol in Perugia-Fiorentina. Nella qualità delle marcature diciamo che me la sono sempre cavata (sorride, ndr). Mi chiedete di portare il Lecce in Europa? È un percorso lungo ma l’orgoglio più grande di Lecce deve essere questa società virtuosa, che non ha un euro di debito e credo che questo sia uno scudetto da festeggiare per questa piazza indipendentemente dagli obiettivi raggiunti“.

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