Rossettini, il guerriero timido dai gusti raffinati

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Luca Rossettini, difensore U.S. Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) – Visibilmente timido, esageratamente riservato, occhi verdi cangianti, sguardo deciso, 1,87 di altezza per 82 kg, padovano, segno zodiacale toro. Difensore centrale adattabile a terzino destro, classe ’85 e tanta esperienza in serie A: ecco Luca Rossettini, neo-giocatore del Lecce arrivato nel Salento in estate a titolo definitivo.

Cresce calcisticamente tra le file dell’U.S. Arcella raggiungendo, poi, nel 1996 le giovanili del “suo” Padova e nel lontano 2004 esordisce in prima squadra. Team di cui doveva diventare capitano, ma Andrea Mandorlini allora allenatore dei biancoscudati era appena passato al Siena, gli ha stravolto tutti i piani, portandoselo in Toscana. Dalla C1 alla serie A è stato un attimo: nella travolgente stagione 2007, quella della svolta. Ha giocato in massima serie anche con le maglie di Bologna, Genoa, Torino, Cagliari e Chievo totalizzando ben 274 presenze.

Nella scorsa estate il Chievo lo ha prelevato in prestito per assicurarsi un leader della retroguardia, ma l’ultimo posto esprime il fallimento dell’iniziale progetto di D’Anna e Di Carlo. Rossettini, ovviamente, parte titolare, ma si ferma a 21 presenze. Dopo lo 0-3 con la Roma, del 17 febbraio scorso, non gioca più. I clivensi chiudono il campionato con Barba, Bani, Cesar e Andreolli al centro. Rossettini finisce fuori dai radar e colleziona la terza retrocessione in carriera dopo Siena e Cagliari.

Luca Rossettini

Un professionista vero, esperto e affidabile, uno che arriva alle sedute d’allenamento con molto, ma molto anticipo e che fa del lavoro duro sul campo il suo punto di forza per arrivare alla partita di turno al meglio possibile.

A 22 anni era un diligente studente di Ingegneria: religioso praticante, ascolta, e ama, “Felicità” di Lucio Dalla e quando è in ritiro preferisce la briscola in cinque alla “tipica” PlayStation.  Un libro a cui non saprebbe rinunciare è “Tutta la gloria del profondo” di Bruce Marshall. Il suo film preferito è “12” del regista russo Nikita Mikhalkov.

Un calciatore atipico, stranamente senza tatuaggi, un tipo fuori dal comune, Luca: lo sa bene Valentina, la moglie da cui sono nati Davide, il primogenito, e Sofia. Un colpo di fulmine quello tra i due, che si sono conosciuti per caso, tramite un’amica in comune. Un bravo papà, molto attento, ed abile anche tra i fornelli, ma solo per cucinare il pesce ed il piatto che gli riesce meglio è il salmone o il “tonno scottato”.

Il tipico figlio e giocatore, insomma, che tutti i genitori e gli allenatori vorrebbero avere.  Un elemento che potrà, e dovrà, fare bene davanti a Gabriel e in coppia con Fabio Lucioni; con l’amico Davide Astori nel cuore, di cui ha ereditato la fascia di capitano ai tempi del Cagliari.

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