Lecce: tra numeri, parole, emozioni e… una gara in meno

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La gioia dopo il gol di Torromino

LECCE (di M.Cassone) – Ventunesimo risultato utile consecutivo, 24 gare giocate con 16 vittorie, 7 pareggi, 1 sconfitta, 42 gol realizzati (attacco più forte), 21 subiti e dulcis in fundo una media punti altissima di 2,29 e primo posto in classifica.

Questi sono alcuni dei numeri del Lecce 2017-18 ma come potete notare testimoniano solo un cammino e null’altro, non riescono a spiegarci l’emozione principale che colloca questo sport al primo posto tra gli sport più seguiti e passionali.

Coppola e Liverani
Coppola e Liverani

Il Lecce di Liverani però è ben altra cosa e non può essere schiacciato dai numeri e nemmeno dai tatticismi, dai moduli, e nemmeno dagli errori, il Lecce di Liverani è un misto tra orgoglio, forza, umiltà e sacrificio. Il Lecce di Liverani è una squadra di uomini seri impegnati per raggiungere un risultato importantissimo.

La vittoria ottenuta a Bisceglie ha un significato che balza oltre i tre punti, è una vittoria ottenuta dopo una settimana difficile, dopo tante polemiche, dopo le decisioni del Prefetto di BAT, senza i propri tifosi accanto; la vittoria di Bisceglie è frutto di una volontà difficilmente spegnibile, di una forza fisica e mentale importante e di un cuore immenso.

È un cuore forte quello dei giallorossi, è un cuore che riesce a saltare oltre ogni ostacolo e continua a battere nel petto dei tifosi, è un cuore che non si arrende, è un cuore coraggioso.

Questa squadra ha pregi e difetti e nonostante quella punta di narcolessia che colpisce, ogni tanto, la fase difensiva, a fare la differenza è sempre la forza di volontà. Il punto di forza maggiore è la panchina, e già proprio la panchina, perché quando nella stessa gara mancano Lepore e Cosenza e riesci a sostituirli degnamente e quando in campo hai Torromino e Saraniti e in panchina Di Piazza, Caturano e Costa Ferreira  e in porta schieri un portiere di ben altra categoria, significa che questa squadra è stata costruita bene, molto bene.

Saraniti
Saraniti

Gli esteti del calcio dicono che questo Lecce non è bello, che non gioca benissimo, che potrebbe giocare meglio, che non comprendono le scelte di Liverani, nel massimo rispetto di tutti i pareri, vogliamo ragionare per un attimo con la “pancia del tifoso” e ci accorgiamo che dopo sei anni di inferno, di terza serie e di delusioni, è proprio questo l’atteggiamento giusto per provare finalmente a fuggire via da questa categoria.

Ora testa al prossimo impegno e parola sempre al campo, unico giudice. Ci sarà ancora tanto da soffrire e da battagliare, il campionato termina a maggio.

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