Lecce, ti manca un regista: cosa va e cosa non va

0

LECCE (di Carmen Tommasi) – È sicuramente un Lecce non bello e spettacolare, ma concreto da quando Piero Braglia è arrivato nel Salento. Una squadra che, nonostante abbia portato a casa risultati e punti importanti (20 con l’ex Pisa in panchina in 9 gare), ha dimostrato delle lacune a livello di gioco, ma soprattutto di atteggiamento alla gara. La formazione giallorossa, così come successo nelle ultime due stagioni, quando deve dare una sterzata al proprio campionato e staccare in classifica gli avversari fallisce clamorosamente, proprio come è accaduto nello scorso weekend. La Casertana è stata sconfitta in casa dall’Andria e Lepore e soci con l’1-1 in rimonta di Pagani non sono riusciti a portarsi a meno due lunghezze dalla capolista. Proviamo ad analizzare cosa funziona e cosa no, a due giornate dalla fine del girone d’andata, nella formazione salentina.

DIFESA PROMOSSA – Tredici reti subite in 15 gare giocate: la retroguardia giallorossa guidata dall’estremo difensore bergamasco Filippo Perucchini, uno dei più presenti tra i giallorossi con 14 presenze stagionali, sembra essere sempre più sicura dei propri mezzi di gara in gara. Il ritorno da titolare in campo di Giuseppe Abruzzese (archiviato e messo ai margini del gruppo ad inizio stagione) ha portato quel tocco di esperienza e di lucidità che era mancata nelle prime giornate. C’è da dire, però, che nel reparto arretrato cambiano gli interpreti, ma il risultato è sempre lo stesso. Nello scorso match, ad esempio, l’esperto e roccioso Ciccio Cosenza è stato preferito al salentino Alessandro Camisa e anche l’ex Reggina ha dimostrato di essere importante per gli equilibri del gruppo, così come è diventato inamovibile anche l’arcigno ex Novara, Gianluca Freddi. Una difesa o meglio una fase difensiva, come ama definirla mister Piero Braglia, su cui, insomma, ci si può fidare. Senza trascurare chi, come Beduschi, Gigli, Lo Bue e non solo, siede spesso e volentieri in panchina e che magari giocherebbe titolale in qualsiasi altra squadra del girone.

REGISTA ESPERTO CERCASI – Senza togliere nulla ai numerosi centrocampisti importanti e di qualità presenti in rosa, a partire dal capitano Romeo Papini, al sempre presente Franco Lepore, per continuare con il recuperato Stefano Salvi, per non dimenticare il talentuoso Balint Vècsei e il forte fantasista Juan Surraco. E senza tralasciare, l’esperto Giuseppe De Feudis, al Lecce manca un vero e proprio regista di centrocampo che sappia dettare i tempi alla squadra, colui che prenda per mano i compagni e che per caratteristiche abbia quelle di chi organizza il gioco. Un elemento che diventi il fulcro portante della squadra e che si piazzi a ridosso della linea difensiva. Un vero e proprio “geometra” dai piedi buoni: un tassello, questo, che mancava anche nella passata stagione (con il brasiliano Filipe Gomes che aveva le caratteristiche e qualità per  svolgere questo ruolo, ma che non ha reso come doveva).

ATTACCO STERILE – A gennaio arriverà sicuramente un rinforzo di lusso nel reparto avanzato: serve una prima punta di ruolo che possa prendere per mano tutto l’attacco. Un giocatore che garantista quella media gol che avrebbe potuto “regalare” Dàvis Curiale, ma quest’ultimo sta facendo fatica ad ambientarsi nel Salento (una sola marcatura per l’ex Trapani dall’inizio della stagione ed un brutto infortunio al ginocchio nei primi mesi in giallorosso). Curiale, insieme a Davide Moscardelli (11 presenze e 3 gol per l’ex Bologna), che compirà 36 anni il prossimo 3 febbraio, non riescono a gestire al meglio il reparto. Da non trascurare, però, l’aiuto che potrebbe dare alla squadra nel girone di ritorno Abou Diop, poco utilizzato sia dall’ex Antonino Asta che da Piero Braglia. Così come, protrebbe risultare importante,  l’apporto della freccia franco-maliana Abdou Doumbia.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail