LECCE (di M.Cassone) – Entra nel vivo la fase finale dei playoff del campionato di Lega Pro, premesso che ci lascia perplessi la formula per nulla meritocratica, perché svantaggia le società che hanno investito di più per provare a raggiungere la promozione diretta e le squadre che hanno totalizzato più punti rispetto alle altre. È impensabile che venga effettuato, dopo la seconda fase, un sorteggio che non tenga conto della miglior posizione in classifica e di conseguenza non comprenda l’importanza di effettuarlo con “testa di serie”. Ci ritroviamo così ad assistere ad un incontro, già nei quarti di finale tra Lecce e Alessandria, accomunate da un destino identico, in questa stagione, che le ha viste protagoniste dei rispettivi gironi, e colpevoli di un calo che le ha costrette a cedere il terreno rispettivamente a Foggia e Cremonese, con i conseguenti esoneri di Padalino e Braglia e gli arrivi di Rizzo e Pillon.
Guardando il tabellone c’è da sorridere amaramente: Parma (2° posto, 70 punti, Girone A) – Lucchese (51 pt, Girone A 9°posto) che si incroceranno con la vincente di Pordenone (3° posto, 66 punti, Girone B) – Cosenza (7° posto, 55 pt, girone C), e Lecce-Alessandria con Livorno (3° posto, 69 pt, girone A)-Reggiana (5° posto, 59 punti girone B).
Non c’è logica che tenga di fronte ad un sorteggio così che costringerà una delle due società più solide dell’intero campionato di Lega Pro, o serie C che dir si voglia, ad uscire di scena ai Quarti di finale. Penalizzato anche lo spettacolo che si voleva creare a Firenze con quest’altra invenzione che serve a “far cassa” per la Lega.
LECCE-ALESSANDRIA- Inutile nasconderlo sarà la sfida delle sfide di questo turno. Una delle due rimarrà al palo della C ancora per un anno. Chi vincerà però acquisirà la consapevolezza di poter vincere anche le altre gare senza paura alcuna e di poter finalmente tornare in serie B.
AMBIENTE GIALLOROSSO – Ovviamente il Lecce deve rispettare tutti, a maggior ragione l’Alessandria, squadra solida e molto tosta in casa, che ha investito tanto ed ha una rosa pazzesca per la categoria. Rispettare però non significa avere paura: rispetto per tutti, paura di nessuno. Questa è l’occasione giusta per i calciatori giallorossi per dimostrare di essere veramente forti. Paradiso o Inferno, non ci saranno altri appelli, vita o morte (sportiva), la gloria oppure il fallimento. Vincere sarebbe inoltre la più grande risposta ai signori della stanza dei bottoni della Lega, che mille ne fanno… ma una la pensano (?).
ALESSANDRIA – I “grigi” hanno costruito le proprie fortune al “Giuseppe Moccagatta”. In campionato hanno totalizzato 23 vittorie, 9 pareggi, 6 sconfitte, 64 gol fatti, 33 subiti, ed un totale di 78 punti; e guardando i numeri tra mura amiche e trasferte ci accorgiamo che in casa le vittorie sono 16, 2 i pareggi, e 1 sconfitta, con 43 gol fatti, 17 subiti, per un totale di 50 punti e la prima posizione in classifica. Diverso il discorso esterno: 7 vittorie, 7 pareggi, 5 sconfitte con 21 gol fatti e 16 subiti, con 28 punti che fanno scaturire una quarta posizione alle spalle di Livorno, Giana Erminio e Cremonese. Marcatori: 20 gol Gonzales, 20 Bocalon, 4 Iocolano, 3 Cazzola, Marras, 2 Celjak, Evacuo, Fischnaller, Mezavilla, 1 Barlocco, Branca, Marconi, Nicco, Piccolo, Rosso.
LECCE – Discorso diverso per la squadra giallorossa che dai numeri appare più equilibrata come percorso tra casa e fuori casa. In totale sono 74 i pinti con 21 vittorie, 11 pareggi, 6 sconfitte, 62 gol fatti, 36 subiti. In casa le vittorie sono 12, 5 i pareggi, e 2 le sconfitte, con gol 35 fatti e 16 subiti, per un totale di 41 punti. Fuori casa il Lecce ha totalizzato 9 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte con 27 gol fatti e20 subiti, totalizzando 33 punti. Entrambe le classifica rispecchiano quella finale, il secondo posto alle spalle del Foggia sia in casa che fuori. Marcatori: 17 Caturano, 10 Torromino, 6 Lepore, Mancosu, Pacilli, 5 Doumbia, 4 Tsonev, 3 Marconi, 2 Costa Ferreira, 1 Maimone, Persano.
CONCLUSIONI – L’Alessandria, come abbiamo già scritto, ha costruito le sue fortune in casa mentre il Lecce ha avuto un cammino più equilibrato; c’è da evidenziare però che la squadra di Pillon ha mandato a rete molti più calciatori rispetto al Lecce, ed ha due bomber da 20 gol l’uno nel 4-4-2, mentre i maggiori marcatori giallorossi al momento sono “spuntati”. Ovviamente ogni ragionamento e ogni pensiero si spegneranno nel momento in cui l’arbitro fischierà l’inizio e a parlare sarà soltanto il campo.
Cosa potrebbe fare la differenza? Nel doppio confronto con i piemontesi potrebbe essere determinante lo stadio, i propri tifosi, la passione, il calore. I “grigi” fuori casa non sono per nulla irresistibili, lo dicono i numeri, i numeri sono fatti, e il Via del Mare con la carica di 10-15 mila spettatori potrebbe essere il vento che spinge in rete la sfera. Mentre il “Giuseppe Macagatta” può ospitare soltanto 5287 spettatori di cui 780 destinati al settore ospiti. Due realtà completamente diverse, impatti diversi, tifo completamente differente. E se i tifosi giallorossi dovessero organizzarsi per riempire tutti quei 780 posti, anche il Maccagatta potrebbe diventare un catino giallorosso.